L’alchimista imperfetta
Recensione a cura di Francesca
La vendetta degli dei. Da tragedia a show comico

Oggi cari viaggiatori, L’Alchimista Imperfetta ci apre le porte del grande castello di Pembroke, la contessa vi indica le scale che si inerpicano fino all’ultimo piano, ci sta invitando nel suo laboratorio e vi da il benvenuto, siate cauti e buona esplorazione!

Siamo in Inghilterra a cavallo tra il 1500 e il 1600, periodo di grande fermento politico e sociale, il Rinascimento avanza e le menti di molti nobili si lasciano solleticare dalla passione per la poesia e lo studio della filosofia.

Non tocca a tutti la stessa sorte però, come sempre, se non si ha la fortuna di nascere fra trine e merletti la conoscenza si paga a caro prezzo.

Nonostante l’era delle innovazioni sia sempre più luminosa, ancora si muore per accuse di stregoneria.

Specialmente se si è donne, se si nasce con la voglia di aiutare gli altri e con la malsana curiosità di conoscere ciò che ancora, resta appannaggio di pochi, così nasce L’Alchimista Imperfetta.

Rose e Mary sono due donne estremamente diverse che stringono un legame prezioso grazie ad una serie di apparenti casualità, ma, come direbbe l’Alchimista Imperfetta:

“Gli incontri non accadono mai per caso”

Un libro nel quale si respira prepotentemente la contrapposizione tra vecchio e nuovo, tra la voglia di evolversi a nuove conoscenze e lasciarsi andare liberamente al proprio sentire e l’ignoranza che opprime i cuori, rifiutando e condannando ogni forma di conoscenza che non sia quella canonica.

Le due donne si incontrano in questo clima difficile e stimolante al contempo.

Rose, figlia di una donna sopravvissuta alla condanna per stregoneria, ma destinata a non poter togliere mai questa macchia dal suo nome.

Ha la capacità di vedere e disegnare ciò che sta oltre il velo, determinata e sicura, una donna destinata al rogo se Mary non l’avesse protetta tra le mura di Pembroke.

Quel pomeriggio, Simon tracciò un cerchio e accendemmo candele ai quattro punti cardinali, rivolgendoci verso ciascuna delle quattro direzioni.

Poi mi chiese di invocare gli elementi della terra e dell’acqua, data la mia affinità con il mondo naturale, mentre lui evocò il fuoco e l’aria.

Mary Sidney Herbert è un personaggio storico che si è distinto nell’Inghilterra rinascimentale per la sua mente geniale e le sue capacità letterarie.

Una donna all’avanguardia, capace di distinguersi anche nei salotti letterari destinati soltanto agli uomini.

La sua posizione in società le è stata da aiuto e da prigione, si è spesso trovata costretta a dover mediare la sua creatività e i suoi comportamenti pur di accondiscendere al volere di un marito che la amava “secondo gli stereotipi del tempo“, ma lei voleva e meritava molto di più.

Sono e non sono;
congelo eppure brucio,
ché da me in un altro me son tramutata.

Amica della regina, si ritiene che il suo dramma su Antonio e Cleopatra abbia persino influenzato Shakespeare.

Partendo dalle attestazioni storiche della Contessa di Pembroke , l’autrice Naomi Miller costruisce il delicato romanzo L’Alchimista imperfetta, dove la vita di due donne di origini estremamente diverse si intrecciano indissolubilmente come in un uroboro.

Due anime legate dal bisogno di rompere gli schemi oppressivi dell’epoca, che le voleva intrise di etichetta, apparente pudore e sempre un passo indietro agli uomini.

Complici le passioni per la letteratura, il disegno, l’alchimia e le erbe, esse riescono a lasciare un segno in un’epoca solo apparentemente illuminata.
I capitoli scorrono descrivendo sempre il punto di vista e il vissuto delle due protagoniste, una strategia utile per sottolineare come la differente provenienza delle due donne le conduca a soluzioni e strategie diverse.

L’unico appunto che mi sento di fare è che la doppia descrizione di un medesimo fatto a lungo andare ha rischiato di appesantire il racconto.
L’Alchimista Imperfetta scorre seguendo il processo dell’Opus Alchymicum e, attraverso Nigredo, Albedo e Rubedo le vite delle protagoniste si intrecciano, si innalzano, prendono forma nella loro espressione artistica, fino ad arrivare alla comprensione alchemica che :

il fine non è la conclusione, ma, come l’uroboro, la continua ricerca attraverso la conoscenza.

L’interezza può nascere da frammenti ricomposti nel modo giusto

Per leggere la trama clicca qui

Rosmarino, salvia, menta, angelica, ginepro, ruta.

Sussurra i nomi delle erbe come se stesse recitando la formula di un incantesimo, o evocando gli spiriti.

O come se stesse dando un nome alla bambina che immagina, un giorno, di poter istruire nell’arte dell’alchimia.

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