Le mantidi. Le mille forme del dolore
Recensione a cura di Francesca
La vendetta degli dei. Da tragedia a show comico

Il dolore spesso può comandare e sovrastare ogni emozione, il dolore delle donne è una ferita antica di secoli, quando questa viene aperta nuovamente inizia a suppurare e infettare chi si ha intorno : Le Mantidi.


Una graphic novel che lascia un segno duraturo e indelebile nel lettore, trascinandolo dentro le forme che la sofferenza può assumere fino al suo estremo.
Non sempre si ha la forza di perdonare, non sempre le umiliazioni, le torture, gli abusi stratificati si acquietano per lasciare spazio alla guarigione.


Sara Dealbera, con il suo fumetto d’esordio, ci trascina sul filo del rasoio, dove l’oppressione sfocia in altro dolore, in rigore, in fanatismo.

Tetti Lupa è il rifugio delle donne che dall’altro sesso sono state sfruttate, usate e abusate. La tana di chi scappa e cerca solidarietà e amore.
La vita a Tetti Lupa è scandita dalle attività quotidiane, dal lavoro che allontana la mente dai cattivi pensieri. Alcune donne partoriscono a Tetti Lupa, ma tutto si svolge all’interno del rifugio e i contatti esterni sono limitati e strettamente controllati.
Caterina vede il mondo attraverso il filtro del rifugio e lo scopre pian piano a cavallo della sua bicicletta.


Proprio la bicicletta ne Le mantidi costituisce la metafora delle scelte che lei compirà, fino a prendere decisioni che la porteranno a pedalare verso la sua guarigione, verso ciò che per lei è giusto.

Allontanarsi da un tipo di violenza non significa necessariamente allontanare la violenza; essa infatti striscia e assume nuove forme.
Caterina cresce e si fa donna in un contesto in cui gli uomini vengono avvicinati solo per brevi momenti e per riprodursi, ma ogni forma di amicizia o relazione viene duramente bandita all’interno del rifugio.
Come le mantidi, gli unici contatti con gli uomini sono finalizzate esclusivamente alla riproduzione e niente più.
Caterina ci mostra, durante il suo cammino di crescita, gli aspetti sordidi ed estremi di Tetti Lupa.
Aspetti accettati da molte e subiti passivamente da altre, ma lei è diversa, vuole conoscere se stessa e le sue possibilità.
Cresciuta con i racconti delle anziane la sua visione del mondo era oscura e unilaterale: non c’era alcuna possibilità di relazione con l’altro sesso.
La favola di Barbablù è un esempio calzante.
Una visione estremamente bestiale per cui la vita delle donne di Tetti Lupa doveva essere completamente libera da ogni forma di legame con uomini di ogni età, eccezione fatta per concepire.


Tetti Lupa ha scelto tanti anni fa di avvicinare gli uomini

solo per poter dare alla luce nuove figlie e sorelle.

Ma gli uomini sono creature dannate e cercheranno di ucciderci tutte se non saremo pronte a difenderci,

se non saremo noi le prime a colpire.


Ecco il canto delle Mantidi : colpire per non morire.

Ma Caterina ha altri occhi e vuole scoprire il mondo offrendogli nuove possibilità.
Ed ecco che il posto sicuro si trasforma in un confine per lei troppo stretto.
A cavallo della sua bicicletta, Caterina sceglierà il bivio che la condurrà verso la sua trasformazione, verso la scoperta di una giovane donna in grado di buttarsi alle spalle limiti e dolori per offrirsi al mondo con occhi nuovi.


Alle volte il mostro prende forma dentro di noi e ci divora da dentro, costringendoci a decisioni dettate dalla paura. Occorre coraggio per guardare oltre, per lasciare i confini conosciuti e oltrepassare i nostri limiti personali.

Una graphic novel che mi ha piacevolmente sorpresa facendomi riflettere sulle sfumature e gli altalenanti scambi di ruoli tra vittima e carnefice.

Le mantidi

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