Ed eccomi qua, alla disperata ricerca del regalo last minute per il cugino di terzo grado che vive nel Borneo. Il 25 sarà a pranzo a casa mia, gli basterà un’occhiata per imbastire un’indispensabile discussione sul mio albero di Natale e sul modo migliore per addobbarlo.
In realtà è ormai da parecchi giorni che con la coda dell’occhio guardo il mio albero.
Da questa lunga osservazione sono scaturite alcune riflessioni: gli elfi che vi soggiornano sotto sono costantemente in posizione supina, non perché hanno la giornata libera, ma perché i miei due cani hanno deciso che quest’anno va così.
Le lucine di Natale … bel dilemma, se le tengo accese per una mezz’ora inizia a diffondersi per la stanza una spiacevole puzza di plastica bruciata, quindi meglio evitare.
Per concludere le gioie che l’albero di questo Natale mi dona, posso affermare con convinzione che, nonostante tutti i miei sforzi, non c’è verso di farlo stare dritto.
Pende sempre da una parte.
Sai che c’è ? Io quest’anno ho imparato ad amare anche le cose imperfette, quando sono frutto di allegria, unione e divertimento, l’estetica finale non è poi così importante!
Sotto l’albero di Natale non ho messo ancora nessun regalo o non sopravvivrebbe un solo minuto, eppure quello spazio è stracolmo di doni già scartati durante l’anno, doni che hanno contribuito a creare la donna che sono, a farmi andare avanti nella conoscenza, a concedermi attimi di follia e sfrenate corse in mondi paralleli.
Sto parlando dei miei amati libri, che mai come in questi mesi sono stati alleati fedeli dei miei momenti più dolci e anche di quelli più cupi. Ne citerò soltanto alcuni e so benissimo che, appena avrò terminato di scrivere, mi accorgerò di averne scordato tanti altri importantissimi .
Dunque sappiate che questi sono soltanto i primi di una lunga serie!
Metaforicamente inizierò, sulla soglia di questo Natale, a scartare i ricordi come fanno i bambini la mattina del 25,voglio iniziare condividendo una scoperta grande, almeno per me.
Una casa editrice che ho amato dal primo libro che ho preso fra le mani: Bollati Boringhieri.
Vi cito soltanto due testi, ma vi invito a sfogliare il loro catalogo, soprattutto se siete divoratori di conoscenza e curiosi esploratori :
Lo splendore trascurato del mondo. Scritto da Romano Màdera, vi trascinerà dentro la mistica “selvaggia” e quotidiana. Trovate qui la mia recensione.
Quando si parla di grandi storie d’amore il mio cuore batte forte per una casa editrice che tratta argomenti a me molto cari, con grande cura e minuziosa ricerca:
Santa Muerte , i sette volti della mietitrice. Scritto da R. Andrew Chesnut ci offre la possibilità di osservare e conoscere la grande ritualità latinoamericana rivolta a questa santa a cui si rivolgono con grande fede milioni di persone.
Quando le donne suonavano i tamburi. Scritto da Layne Redmond . Donne, sacerdotesse e percussioniste che sperimentano la ricerca del sacro attraverso il ritmo.
Ora farò un grande salto dentro una categoria di libri che io definisco più istintuale, in grado di passare dagli occhi alla pelle provocando scosse immediate e che continuano a pulsare nel tempo.
Sto parlando della casa editrice Logos e dei suoi meravigliosi albi illustrati che per me occupano un grande spazio sotto l’albero di Natale, essi infatti hanno costituito una vera e propria svolta nell’approccio con i libri.
Tatto, sensazioni, occhi che esplorano ogni sfumatura e accompagnano dentro la storia, questo e molto altro mi hanno saputo donare questo genere di albi illustrati.
Il guardaroba di Emmanuelle Houdart. Quando si parla di amore e arte, questo è un libro che ha lasciato il segno, ne parlerò approfonditamente a breve in una mia recensione.
Per il momento vi dico che si tratta della dissezione volontaria di una donna che, attraverso la suddivisione ed esposizione di parti del suo corpo, mostra molto altro del suo universo interiore.
L’anima di Tian. scritto da Elena Bellei e illustrato da Anna Paolini. Un viaggio toccante nel fondo del mare, non si parla delle specie che lo abitano però, ma del silenzio che egli può donare. Un silenzio di cui si ha bisogno, quando il dolore è troppo forte e si ha il desiderio di abbandonasi completamente dentro una bolla per sopravvivere.
Un libro per adulti, ma dedicato alle bambine e al loro corpo sacro.
Il mio albero di Natale sbilenco inizia ad essere sovraffollato , ma sono sicura che un posto importante si troverà per la casa editrice Tlon e per la grande passione e cura che pone nel trattare argomenti scomodi.
Il mito della bellezza , scritto da Naomi Wolf ad esempio è un libro che tratta del concetto di bellezza e lo elabora nelle varie fasi della vita delle donne.
Un saggio curato nella sua nuova edizione da Maura Giancitano e Jennifer Guerra, che mira a scardinare il mito della bellezza che da troppo tempo opprime ed imprigiona l’universo femminile.
Basterà cliccare sul titolo del libri per accedere alla sua trama.
Posso affermare con convinzione che l’estetica dell’albero passi in secondo piano rispetto al suo valore simbolico.
Io ho voluto dare un valore tutto mio a questo albero di Natale sbilenco, rendendolo testimone di momenti fatti di studio e lettura veramente molto importanti.
Spero che questi miei consigli possano ispirare qualcuno e vi saluto augurandovi delle feste colme di rispetto e serenità.
Cari viaggiatori oggi vorrei che provaste ad immaginare di spalancare le finestre in una splendida giornata di sole, ma davanti ai vostri occhi nessun paesaggio, solo sbarre; viaggiatori, benvenuti nel mondo de La donna uccello.
Un libro illustrato che ha il sapore di una favola senza colori.
Il grigio è una triste coperta opprimente che non scalda, blocca ogni movimento.
Preparatevi ad immergervi nella tristezza piatta, silenziosa, senza sfumature.
Preparatevi a guardare il mondo con gli occhi della principessa che trascorre la sua vita dentro una gabbia.
Se le sbarre sono reali o solo limiti immaginari che costringono a non andare oltre con lo sguardo, non ha importanza.
Gli occhi di chi vive nella gabbia perfetta diventano incapaci di percepire il sole che illumina la pelle, la gioia di un colore.
Allora il grigio diventa l’abito quotidiano, il pensiero unico e costante, l’illusione della perfezione.
Giorno dopo giorno, la principessa cresce senza un sorriso, tutto è piatto e uniforme, tutto attorno a se è freddo ed inespressivo. Non ha nome ma soltanto un ruolo, non ha mai assaporato la libertà eppure è seme di donna, è seme di uccello.
E’ tutto ciò di prezioso e delicato a cui si può far male. E’ tutti i no di una vita. E’ tutte le armature grigie che ha dovuto indossare per smettere di sentire dolore.
Il grigio penetra attraverso le narici ed invade il corpo, il grigio si nutre di paura succhiando ogni barlume di gioia. La donna principessa non ricorda più, non sente più, è un involucro vuoto che si consola cantando attraverso le sbarre.
Accade qualcosa però, un fremito, un ricordo, un artiglio d’identità che squarcia la nebbia.
La torre più alta si incrina, la gabbia cade e si rompe, la donna uccello prende coscienza delle sue ali le spalanca, spicca il volo e inizia la sua danza, inizia la sua vita.
E’ forte la donna uccello, nessuno la può fermare, ci proveranno mille volte a legarla, spuntarle le ali, rimetterla in gabbia, impedirle di cantare, ma non ci riusciranno più perchè ora la donna uccello mira verso il cielo e potete starne certi, lo raggiungerà!
E’ una danza di morte e rinascita la sua, ma più di ogni altra cosa è il battito d’ali di chi ha spezzato la catena dell’oppressione. Un capolavoro illustrato da David Alvarez e scritto da Ethel Batista, duro, freddo e tristemente reale.
Un libro che arriva pesante come un macigno all’approssimarsi della giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Lo fa senza tanti discorsi, ma con immagini che raccontano il silenzioso dolore di tante donne costrette ad una vita già decisa da altri. E’ soltanto il racconto di una principessa nel suo grigio castello, in apparenza, ma quelle ali che si spalancano dopo una vita di tristezza e privazione, sono le ali di tante donne che cercano il proprio spazio per poterle spalancare e librarsi in volo.
Diventare La donna uccello per se stessa e per tutte le figlie a cui le ali sono state spezzate.
Un giorno una donna saggia mi disse che ci sono molti modi per subire violenza, non sempre sono fatti di abusi fisici, a volte bastano tanti NO portati avanti nel tempo per dimenticare di avere le ali.
Gabriel Pacheco e Chiara Lossani con il libro illustrato Barbablù ci accompagnano dentro una fiaba conosciuta, donandole sfumature insolite e atmosfere teatrali.
Un viaggio sorprendente ed inaspettato, questa volta cari lettori possiamo decidere se salire su un tappeto volante o a cavallo di un pennello che gocciola tempera; scegliete voi e che sia un buon viaggio!
Pacheco si conferma ancora una volta, per me e mia figlia Jana, l’illustratore in possesso della scintilla che ci ha stimolate a leggere e scoprire anche nella stagione più calda.
Quando arriva il crepuscolo cadono i veli, insieme a Jana proseguiamo il viaggio nella scoperta di storie vecchie e nuove, di libri che sprigionano caroselli di immagini dal carisma incontenibile e parole che restano dentro al cuore; come il seme dentro la terra, in attesa del momento giusto per germogliare.
Aprire Barbablù è come sprofondare nella barba irsuta e blu del mostro, dice Jana.
In effetti la maestria di questo fantastico illustratore è stata proprio quella di riuscire ad associare sensazioni pesanti e soffocanti ad un colore solitamente associato ad emozioni ben più leggere. Il blu diventa plumbeo, quasi grigio e altre volte freddo e crudele come una lama.
Nettamente diverso dal blu che vira verso l’avvolgente azzurro, soffice e confortevole dell’Aggiustacuori.
I disegni sono di una bellezza spettacolare, eterei e quasi surreali, ricchi di mille sfaccettature e particolari, dentro ogni pagina si può perdere la cognizione del tempo poichè si viene risucchiati dalla loro intensità. Si può perdere l’orientamento nel guardare il paesaggio alle porte del castello o nel rigoglioso giardino delle sorelle Il viso e gli occhi delle donne sono eleganti, magici, in perfetto equilibrio fra sogno e fiaba.
Occhi nascosti da un alone scuro, pozzi profondi nei quali smarrirsi.
Domina il blu, soffocante ed oppressivo, blu è la barba dell’uomo crudele, il libro di Anna nel suo giardino, i cavalli che corrono all’impazzata nel bosco, il blu vira verso il gelo profondo quando si arriva al suo castello e blu sono i nastri che adornano Catia e la legano, facendola diventare la nuova moglie di Barbablù.
Solo una volpe rompe lo schema, la stessa volpe che ritroveremo nella stanza degli orrori.
Le figue esili ed eleganti si congedano ed il sipario si chiude soltanto per un istante, prima di riaprirsi l’immaginario veste nuovi abiti, quelli del racconto che Chiara Lossani ci propone in una nuova sfumatura.
Lei miscela sapientemente la fiaba di Perraul al libro di Clarissa Pinkola Estès “Donne che corrono coi lupi”.
Il segreto del Signor Barbablù
É Catia a raccontare del suo viaggio all’interno del castello e della sua curiosità che non si placa, ci accompagna fino all’inferno, dentro la stanza degli orrori, dove la chiave, dal grande valore simbolico, si sporca di sangue.
“Ha le mani che sembrano zampe!”
“Ma quanti anelli!”
“Ha occhi senza luce…”
“Ma è così gentile!”
“Dicono che nel suo castello nasconda un segreto…”
La determinazione, il coraggio e il supporto costante della sua amata sorella Anna la porteranno ad un nuovo rifiorire, distruggendo la catena di morte e disperazione che l’aveva preceduta e portando la vita della donna ad una nuova primavera.
L’Aggiustacuori è sicuramente un libro capriccioso, sono sicura che non saprà stare in perfetto ordine nella mia libreria, ma salterà fuori ogni volta che lo riterrà opportuno.
L’Aggiustacuori non è un libro qualsiasi, è la fiaba dell’amore e come tutte le fiabe contiene in se una grande dose di ingredienti magici: sogni, silenzio, oblio e nuvole, tutte racchiuse dentro i barattoli nel laboratorio di Mattia.
Mattia intreccia fili, regola le lancette dell’orologio del cuore e aiuta le persone a lenire le loro pene d’amore.
tic, tac, tic, tac Mattia ha un segreto…
Nell’oscurità l’aggiustacuori lavora per realizzare il suo più grande sogno. E’ instancabile ed ispirato, ogni sua creazione racchiude in se qualcosa di veramente prezioso.
Mattia lavora con gioia e come tutte le persone innamorate,non si perde d’animo, anche se il suo valore non viene apprezzato, non demorde, in ogni istante l’unico desiderio è raggiungere il suo sogno.
Allora torna a casa con il petto sempre un pò più vuoto e ad ogni sconfitta il vuoto si fa sempre più grande, mentre Mattia diventa sempre più piccolo.
Un incantesimo non terminato,un laboratorio confuso e personaggi quasi eterei, danzano come marionette fra le pagine di questo libro.
I disegni sussurrano, non urlano mai, ma arrivano diretti a toccare certe corde.
Visi delicati in uno sfondo blu che muta seguendo il filo conduttore del cuore.
Jana, mia figlia ha letto e sognato con me,intingendo il dito nel blu profondo e assaggiando la delicatezza di questo racconto. Un libro in grado di regalare momenti di dolcezza semplice ma profonda.
Da leggere più volte per assaporarne tutte le sfumature, per imparare e ricordare: c’è sempre un motivo per continuare a credere nell’amore.
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