Le streghe di Manningtree.Il Demonio non ha il volto di donna.
Recensione a cura di Francesca
La vendetta degli dei. Da tragedia a show comico

Cari lettori, abbiamo già viaggiato nel 1600, ma questa volta vi assicuro che farete fatica a staccarvi di dosso l’odore del sangue de Le streghe di Manningtree.

Ancora un romanzo che parla di streghe?

Ebbene si, non mi stancherò mai di leggere i racconti di altre sorelle che hanno dovuto lottare per un briciolo di libertà. Questo racconto in particolare però lascia un solco profondo nella pelle. Ho terminato la lettura da diversi giorni e soltanto ora mi sono imposta di scrivere, come se compiendo questo gesto lasciassi andare il profondo disagio nel quale mi aveva portato.
Le parole non sono un semplice susseguirsi di lettere, se sono in grado si trascinarti dentro la pozza fetida delle manipolazioni degli uomini. Quando poi esse sono dirette magistralmente da una mano abile come quella di Blakemore, allora ammetto di essermi lasciata soggiogare con grande piacere, anche se l’incantesimo è stato uno dei peggiori incubi della storia dell’umanità.

Dai troppo ascolto ai pettegolezzi, coniglietto.

Strega è l’offesa che affibbiano a chiunque faccia succedere le cose,

a chiunque porti avanti una storia.


Non è stata soltanto una lettura, ma piuttosto un marchio a fuoco, una brutale presa di coscienza, una discesa nei meandri della crudeltà umana. Perché quando si parla di streghe si parla di donne, e quando si parla di inquisizione si parla di abuso efferato del potere maschile, col tentativo di circoscrivere la conoscenza e plasmare a proprio piacimento la volontà delle donne.


Sfruttate, povere e ignoranti, ecco le streghe di Manningtree .

Ovviamente stiamo parlando di una categoria ben specifica di donne. Se sono maritate, serve del proprio uomo e della chiesa, se non alzano mai il capo, se non mostrano un lembo di pelle e non sono minimamente curiose e intraprendenti, allora potrebbero passare indenni allo sguardo torvo e attento dell’inquisitore.

Ma diciamola tutta, e in questo romanzo vi assicuro che la realtà non viene minimamente abbellita, sotto le mire degli inquisitori ci sono le donne a cui la vita non ha donato gli strumenti giusti per proteggersi. Vedove, orfane, povere e costrette ad arrangiarsi e a patire la fame.

Poi c’è il mistero, filo conduttore di questo romanzo. Quello che non lascia fuori il Demonio da nessuna pagina del libro. Il Demonio delle danze orgiastiche e dei sabba? Può darsi, niente lo esclude e le povere reiette sotto tortura lo ammettono, ma c’è un demonio senza zoccoli, vestito di rigore e saccenza, che al posto di forconi ha dita puntate e forche pronte ad accogliere corpi esili. Un demonio subdolo che si insinua nelle menti dei semplici, instillando diffidenza verso chi cammina nell’ombra, vergognandosi magari del proprio abito sudicio, o verso chi sorride apertamente, vittima di un corpo di donna in un cuore di bambina.

Sono loro la causa della carestia! sono le streghe di Manningtree!

Perché si è visto un gatto a macchie saltare alla vostra finestra

Perché i vostri piselli continuano a fiorire anche se sono stati devastati dai temporali?


Potremo trovarci in qualsiasi luogo del mondo e, a dirla tutta anche in qualsiasi tempo, vista la brutalità con cui ancora le donne vengono uccise, ma il romanzo è ambientato nella contea dell’Essex fra il 1644 e il 1647.
I personaggi sono meravigliosi e le vicende del paese sono raccontate con una cura e un’attenzione tali da poter quasi camminare nelle vie maleodoranti. Persino il freddo pare penetrare la nostra pelle.

Non mi dilungherò a raccontare gli eventi, ma vorrei soffermarmi un secondo su un personaggio scomodo: la Beldam West. Ecco la strega, la donna che non si nasconde, che non maschera le emozioni con un sorriso ma che, con un ghigno sbeffeggiante si prende gioco di chiunque. Ecco la donna contro cui tutti punteranno il dito e contro i quali lei sputerà, temuta e odiata; splendidamente guerriera. La Beldam è l’emblema della donna che reagisce con tutte le sue forze perchè non accetta le imposizioni. E’ in grado però di amare visceralmente la figlia per la quale sarà pronta a tutto.

Poiché non hai servito l’Eterno, il tuo Dio,

con gioia e allegrezza di cuore per l’abbondanza in ogni cosa,

servirai i tuoi nemici che l’Eterno manderà contro di te,

in mezzo alla fame, alla sete,alla nudità e alla mancanza di ogni cosa;

ed egli metterà un giogo di ferro sul tuo collo, finché non ti abbia distrutto.

E se per caso vorrete proteggere le vostre anime raccontandovi che è solo un romanzo, sappiate che i fatti sulle streghe di Manningtree sono tratti da una storia veramente accaduta e che l’autrice ha fatto numerose ricerche prima di scrivere questo libro.
Non vi consiglio soltanto di leggerlo, ma di viverlo.

Le streghe di Manningtree

Ringrazio la casa editrice Fazi per avermi dato la possibilità di leggere questo libro in anteprima.

Leggi la trama

A proposito di streghe:

La strega di Triora

Weyward

Mi sento graziosa come un animale alato, come una donna amata da Satana.

Ma essere amata da Dio è meglio, perché in tal caso i sentimenti non contano. L’amore di Dio sbaraglia i sentimenti. Così scrivono gli uomini brutti

– quelli che pensano di essere stati forgiati da nessun altro genere di amore se non quello divino- nei loro libri.

Questi sono i miei pensieri.

Vorrei tutto, non sono degna di niente.

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